Un incontro inusuale per me in quel laghetto vicino al fiume, abituata ai tranquilli frequentatori con cui mi imbatto di solito. Aironi cenerini e bianchi (!!), garzette, nitticore e sgarze ciuffetto. Impossibile sentirli, loro, così discreti, quando planano con le grandi ali e si posano vicino al mio appostamento.
Invece lui, probabilmente abituato al fragore delle onde del mare, al rumoreggiare estivo dei bagnanti ed al rombare delle imbarcazioni è arrivato spavaldamente con un rumoroso tuffo nell’acqua. Una piccola nuotatina nelle basse acque e poi su in un tronco galleggiante, ad asciugare le ali spiegate, al timido sole di febbraio. Ma, attraverso l’apparente sfrontatezza del suo sguardo, fatta di vecchi rancori verso i pescatori e le loro persecuzioni, guardando i suoi occhi verdi, forse sono riuscita a vedere un senso di pace, una tregua, una speranza che l’uomo e gli animali possano riuscire un giorno a vivere in armonia.
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