Di solito tendo sempre a concentrarmi sulla bellezza della natura, cercando di catturare paesaggi, flora e fauna nel loro stato più puro e incontaminato. L’obiettivo è trasmettere l’essenza del mondo naturale, senza l’interferenza di elementi antropici (strutture, oggetti o segni di presenza umana).
In questo modo, con le mie fotografie cerco di evocare un senso di pace, di rispetto per l’ambiente e a sensibilizzare l’osservatore sulla conservazione della natura.
Ci sono però alcune occasioni, come questa, in cui l’inclusione di elementi umani può essere voluta per raccontare una storia.
Le Piane di Castelluccio è un luogo famoso per la spettacolare Fiorita di Castelluccio, che si verifica tra maggio e luglio, quando i campi si trasformano in un mosaico di colori grazie alla fioritura di lenticchie, papaveri, fiordalisi e altre specie selvatiche. Un luogo ricco di biodiversità, dove i campi coltivati si integrano perfettamente con il paesaggio montano, dimostrando come sia possibile valorizzare e proteggere la natura attraverso pratiche sostenibili.
Quindi, se l’attività agricola di questo territorio è la prova della sostenibile e possibile convivenza tra uomo e natura, la presenza del ranghinatore è secondo me importante per il messaggio che la foto vuole comunicare.